Non Buttiamoci Giù (A Long Way Down) è un romanzo del 2005 scritto da Nick Hornby, edito in Italia da Guanda Editore. È un romanzo insolito, umoristico e noir al contempo, dove i quattro coprotagonisti e le loro tridimensionalità fuoriescono dalle pagine con voci vive e inconfondibili.
La Trama di Non Buttiamoci Giù
Nella notte di Capodanno quattro sconosciuti si incontrano in cima ad un palazzo di Londra, noto come la Casa dei Suicidi, con l’intento comune di farla finita.
I quattro personaggi entrano in scena uno dopo l’altro, portando con sé le proprie buone motivazioni per farla finita. Dalla convergenza delle loro differenti personalità prende vita un dialogo grottesco che si conclude con la comune, quanto pretestuosa, decisione di rimandare il salto per mettersi alla ricerca dell’ex fidanzato di una di loro, che si è volatilizzato senza dare alcuna spiegazione.
Tuttavia, i quattro aspiranti suicidi non hanno abbandonato le loro intenzioni, il gesto estremo è solo posticipato. Lo strano gruppo si dà appuntamento nello stesso posto la sera di San Valentino, data simbolica tra le più scelte, dopo il Capodanno, per compiere l’estremo gesto.
A questo punto prendono il via le loro avventure, un incastro perfetto di eventi che si susseguono come conseguenza dei loro discorsi bizzarri e a volte insensati.
I Personaggi principali
Dei quattro protagonisti principali di Non Buttiamoci Giù, il primo a salire sul tetto, oltre ad essere l’unico ad essersi spinto tanto in là da sedersi sul cornicione con le gambe a penzoloni, è Martin, un presentatore televisivo in disgrazia. Finito in prigione per aver passato la notte con una quindicenne che si è finta diciottenne, Martin sale sul tetto della Casa dei Suicidi con il suo matrimonio fallito, due figlie che non vede più e la reputazione infangata, tanto da essere riconosciuto per strada e additato come un pervertito.
Ad interrompere il piano di Martin arriva Maureen, una cinquantenne madre di un ragazzo disabile, che fin dalla nascita vive un’esistenza di silenzio e incomunicabilità con l’esterno. La donna ha annientato se stessa per dedicarsi totalmente al figlio, privandosi di tutte le cose semplici di cui è fatta la vita, come le amicizie e il pranzare al ristorante.
Mentre i due discutono su chi debba buttarsi per primo, arriva Jess, una diciottenne complicata e sboccata che urlando si lancia verso il cornicione. Il suo intento viene ostacolato da un placcaggio fisico dei due adulti che vogliono impedirle di buttarsi perché troppo giovane.
Con una borsa termica in mano fa infine il suo ingresso in scena JJ, un trentenne americano arrivato a Londra per fare la Rock Star, ma che si ritrova a consegnare pizze per sopravvivere.
Non Buttiamoci Giù è un romanzo umoristico
Nonostante il titolo faccia presagire altro, Non Buttiamoci Giù è un romanzo dal tono umoristico con qualche contaminazione noir. È una narrazione di tipo corale, divisa in tre parti, all’interno delle quali si alternano le voci di ciascun personaggio, che narrano, come in una staffetta, un pezzo della vicenda in prima persona singolare.
Appare come un diario, a volte sembra una deposizione rilasciata alla polizia, una narrazione dei fatti dalla quale emerge chiara la voce dei quattro personaggi, caratterizzati in modo così reale e puntuale da portare il lettore a percepirsi seduto di fronte a loro al tavolino di un bar.
Il linguaggio sboccato di Jess, la diciottenne sconclusionata, la grammatica e l’uso dei verbi non sempre impeccabile, quelle parolacce ripetute come un intercalare imprescindibile per i due più giovani, e il conseguente mantra di scuse a Maureen, donna di Chiesa, ogni volta che un’imprecazione sfugge in sua presenza, sono i tratti distintivi dello stile di Non Buttiamoci Giù, così fedele alla realtà nei fatti e nei personaggi.
La tensione si mantiene alta grazie ai dialoghi fatti di battute piccate e invii “a quel paese” reciproci. Ciò è inevitabile, trattandosi di un gruppo totalmente disarmonico per il loro vissuto, per la loro età, per il loro posto all’interno della società, nonché per i differenti drammi, che sono poi le motivazioni che li hanno spinti a salire sulla Casa Dei Suicidi.
Eppure, nonostante l’abissale distanza tra loro, un misterioso legame profondo gli impedisce di prendere le distanze, di separarsi, davvero e una volta per tutte. Non c’è armonia tra loro durante gli incontri da Starbucks, anzi, ci sono accese liti, toni offensivi, a volte sembrano sul punto di picchiarsi; eppure all’interno del loro gruppo, all’interno della loro Gang, come si definiscono, è l’unico posto in cui si sento capiti e ascoltati.
Perché Consiglio Non Buttiamoci Giù
Perché è un racconto piacevole, che mette di buon umore, che ti fa conoscere quattro bizzarre persone con le quali non puoi fare a meno di entrare in empatia. All’ultima pagina le saluti a malincuore, e ti resta la voglia di fare loro una telefonata per sapere come va, dopo tutti questi anni.
È una storia che racconta un altro modo di essere “famiglia”, bizzarro ma possibile, che dimostra come anche la persona più diversa può nascondere un punto in comune con noi, tanto forte da diventare una buona ragione per creare un legame speciale.
Per chi ama scrivere, Non Buttiamoci Giù è un perfetto romanzo d’esempio per apprendere la tecnica migliore per costruire personaggi tridimensionali con voci uniche.
Unica avvertenza semiseria: se fate come me, e divorate le pagine una dopo l’altra senza sosta per due giorni, vi consiglio di isolarvi dal mondo per altrettanti due giorni successivi: le voci dei personaggi sono così vive e reali che mi sono rimaste talmente impresse nella mente da indurmi spontaneamente a parlare come una diciottenne sboccata per un bel po’ di tempo.
È strano, ma fino allora non è che ci eravamo comportati da amici. Ma si potrebbe dire che per forza dovevamo esserlo, visto come ci eravamo conosciuti. Si potrebbe dire che questa era la storia di quattro persone che si sono incontrate perché erano infelici, e han voluto aiutarsi l’uno con l’altra. E, invece, fino allora, niente: anzi, nemmeno un po’, neanche per sogno, a meno di contare quando io e Martin ci siamo seduti sulla testa di Jess.
da Non Buttiamoci Giù – di Nick Hornby