Non immaginavo sarebbe arrivata a tanto. Petunia non aveva mai fatto una cosa simile al cinema prima di allora. Davvero imbarazzante!
È successo una sera di febbraio del 2022. Io e Petunia siamo andate al cinema. Era da tanto che non lo facevamo. Tra pandemia e chiusure delle sale, negli ultimi due anni avevamo visto sì e no tre film.
Già solo convincerla ad uscire di casa era stata un’impresa. Petunia ha la tendenza innata di prendere le sembianze di un cuscino da divano. Statica finché non la sprimacci un po’. Piove, fa freddo ed è buio. Le ovvietà che Petunia sfodera per impedirmi di uscire la sera sono sempre le stesse da che la conosco. Ma alla fine l’avevo convinta. Si torna al cinema! O almeno ci abbiamo provato.
Si torna al cinema
Troviamo parcheggio facilmente, e io interpreto la cosa come prodromica di una bella serata. Entriamo piuttosto in anticipo e ci troviamo in una sala completamente vuota. Petunia esala un sonoro sospiro, gli angoli della sua bocca si alzano, leggermente, senza esagerare, quasi temesse di esultare troppo presto. Aveva tanto sperato che lo spettacolo fosse deserto. Così era stato per le volte precedenti: due o tre coraggiosi che, armati di mascherina, avevano sfidato il nemico virulento per godersi un film al cinema.
Invece, questa volta gli angeli nella sua testa non cantano inni di gioia a lungo, perché dieci minuti più tardi inizia una transumanza di gente, e gente, e ancora gente, che al grido di “si torna al cinema” si riversa nella sala. Petunia inizia ad agitarsi sulla poltrona.
Tranquilla, le dico, c’è una capienza massima che devono rispettare.
Sono tanti, troppi; ma perché non sono andati a vedere l’altro film? borbotta lei.
Petunia fulmina con lo sguardo ogni singola persona che osa avvicinarsi, scavalcarci e accomodarsi nella nostra fila, come se le bastasse guardarli per farli scomparire. Ma il peggio deve ancora arrivare.
In sala senza distanziamento
Petunia inorridisce quando scopre che è decaduta le regola di un posto libero tra uno spettatore e l’altro. Per questa ragione a noi sconosciuta fino a pochi istanti prima, ci ritroviamo sedute gomito a gomito con degli estranei. Accanto a Petunia siede una signora che deborda dalla poltrona fin oltre il bracciolo, come fosse pasta lievitata.
Il film inizia e Petunia diventa sempre più insofferente.
Non respiro, mi dice.
È la mascherina FFP2. È normale, tento di rassicurarla.
Ma lei è sempre più inquieta. Si agita sulla poltrona, con le dita preme la mascherina sul naso.
Ma che fai? Già non respiri, ti tappi pure il naso?
Ma non la senti questa puzza?
Quale puzza?
Puzza di frittata e cappotto a fine stagione.
E che puzza sarebbe “cappotto a fine stagione”?
Prova ad immaginare cinque mesi di pasti cucinati, luoghi pubblici sporchi frequentati, sigarette fumate, bava di Yorkshire coccolato. È insopportabile! Mi prende lo stomaco, non posso respirare questa puzza.
Resisti, che sarà mai un cappotto maleodorante.
Intanto il film si dimostra essere poco interessante; tutto un volo di drone e riprese suggestive, ma carente di sostanza nelle scene. Mentre faccio queste considerazioni tra me, cosa fa Petunia? Si alza, chiede permesso, scavalca quattro spettatori e fugge.
Petunia fugge dal cinema
Davvero! Fugge! Si precipita fuori e io, preoccupata, la seguo a ruota. Appena guadagna l’uscita si toglie la mascherina e inala a fondo lo smog freddo e umido come se fosse aria di mare.
Accidenti a te e a quel tuo olfatto da cane da tartufo! le urlo. È mai possibile che ci sia sempre qualche puzza che ti manda fuori di testa? E se non è puzza è perché qualche donna si è messa un profumo troppo forte che ti dà la nausea!
Lei si giustifica. Non era solo la puzza, mi sentivo soffocare. Davvero. Non potevo resistere.
Faccio un lungo respiro e rifletto. Forse era vero, c’era dell’altro dietro il suo bisogno di fuggire. Ho realizzato in seguito che aveva avuto un attacco di claustrofobia. Petunia non stava così vicina ad altre persone da tanto tempo. Quando le distanze sociali sono decadute, lei non era ancora pronta per ritornare alla consueta socialità di una volta. Il suo sistema nervoso era andato in allarme.
Un anno dopo
– Sembra assurdo, lo so. Io stessa non potevo credere alla figuraccia che mi aveva fatto fare. Ma in fondo, ha fatto bene a fregarsene di tutti, a rispettarsi. Ah, eccola che torna. Stavo raccontando di quando, un anno fa, sei fuggita dal cinema. Ti ricordi?
– Lo sapevo, mi stai ancora prendendo in giro? Per te niente pop-corn.
– Ma no, è un episodio divertente, ora che tutto è passato. Vero? Lo dicono anche loro.
– Credevo davvero che non sarei più riuscita a tornare alla normalità. Invece, eccoci qui, tutti insieme, in sala e senza mascherina. Sembra incredibile!
– Dopotutto è passato. Ssssttt….sta per iniziare. Buona visione!